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Dopo il record di percorrenza della tappa precedente, ci siamo concessi una mezza giornata di sosta a Reykjavik. Tra le esigenze di natura logistica, quella di sostituire le gomme tassellate, ormai non più in grado di garantire il ritorno a casa, con delle gomme stradali. In questo, c'è stata la conferma della difficoltà di trovare parti di ricambio per moto in Islanda, difficoltà che ci avevano spinto a portare all'andata le tassellate dall'Italia.
La scultura del viaggiatore solare (Sólfar) di Jón Gunnar Árnason sul
lungomare a Reykjavik
Altra attività è stata quella di fare un giro per la città. Il centro pedonale (Miðborg) è abbastanza limitato e si concentra nei pressi dello stagno Tjörnin, dove si trovano i principali edifici pubblici, e delle strade di Laugavegur, Austurstræti e Bankastræti. Sul lungomare è notevole la scultura del viaggiatore solare (Sólfar) di Jón Gunnar Árnason, mentre sulla cima della collina che sovrasta Reykjavik si trova la cattedrale Hallgrímskirkja.
La Hallgrímskirkja che sovrasta Reykjavik
Il viaggio è proseguito dirigendoci a sud ovest verso la penisola di Reykjanes. La prima destinazione è stata Garður dove, proseguendo verso la punta più a nord della penisola Garðskagi, si può visitare uno dei fari più antichi dell'isola, affiancato da un'analoga struttura più recente metre il vecchio faro ospita un museo.
Il faro Garðskagaviti
Andando verso sud, si può visitare l'altro faro di Reykjanesviti, con la scogliera che ospita una nutrita colonia di gabbiani. Lascindo la 425 per visitare il faro, poi, si attraversa la zona termale di Gunnuhver, caratterizzata da estese solfatare, prima manifestazione delle aree geotermiche che caratterizzano la zona di Grindavík.
La scogliera a Reykjanesviti
La tappa è proseguita fino al paese di Grindavík, dove abbiamo passato la notte.