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Ho fatto questo viaggio in Islanda dal 28 luglio all'11 agosto 2011 con un compagno di viaggio con in quale sono partito dall'Italia ed altri due motociclisti che ci hanno accompagnato i primi giorni sull'isola. Il viaggio è stato abbastanza impegnativo innanzitutto per la sua durata, ma anche perché si svolge in gran parte su piste sterrate con diversi gradi di difficoltà (alcune percorribili con normali gomme stradali, altre esclusivamente con equipaggiamento da fuoristrada) con la complicazione del peso consistente del bagaglio. Il meteo è abbastanza variabile e per noi è stato generalmente buono: abbiamo avuto un solo giorno di pioggia su due settimane, anche perché abbiamo definito in parte l'itinerario giornalmente in base alle previsioni; la temperatura si è mantenuta sui 10 gradi, con una punta di soli due gradi il giorno della partenza, mentre persone partite la settimana successiva rispetto alla nostra hanno trovato punte anche di 20 gradi.
La parte di trasferimento, fatta con gomme stradali, è durata un paio di giorni per raggiungere via terra l'imbarco in Danimarca ed altrettanti per raggiungere in traghetto Seyðisfjörður. Al confine con la Danimarca abbiamo montato gomme da fuori strada che avevamo portato con noi; altri motociclisti, invece, hanno montato gomme intermedie con le quali hanno coperto l'intero percorso. Per l'alloggio abbiamo prenotato solo ad Innsbruck e Flensburg all'andata, conoscendo i tempi di arrivo. In Islanda, invece, abbiamo cercato di giorno in giorno un alloggio in sacco a pelo presso ostelli o bed and breakfast, caratterizzati dalla seconda icona del cartello seguente, con costi molto contenuti. Per ogni evenienza, avevamo con noi anche una tenda, ma che è stata usata solo una volta all'andata per prova.
Cartello di un ostello con posti in sacco a pelo
Una volta arrivati in Islanda abbiamo subito affrontato il tratto più impegnativo del viaggio, che porta al vulcano dell'Askja. La strada è su piste con difficoltà crescente, fino ad arrivare alla Pista 910 caratterizzata da estesi bachi di sabbia soffice. Abbiamo comunque raggiunto l'Askja, rinunciando però a visitare le grotte di ghiaccio del Kverkfjöll, recuperate l'ultimo giorno di viaggio noleggiando una 4x4. Il viaggio è poi proseguito tornando con la Pista 88 verso la Hringvegur, la strada ad anello che corre lungo la costa dell'isola. La pista 88 è caratterizzata da guadi abbastanza impegnativi, in uno dei quali l'acqua copriva il cerchio della ruota anteriore nonostante fosse stato affrontato la mattina presto con la portata dei fiumi al minimo.
Guida sulla Strada 901
Ritornati sull'asfalto, abbiamo raggiunto la serie di cascate di Selfoss, Dettifoss ed Hafragilsfoss, uno delle mete turistiche più frequentate dell'isola. Il contrasto tra il silenzio delle enormi distese di lava e questi rari punti più popolati, che giustamente si cerca di valorizzare anche per il turismo di massa, è stato una costante del viaggio. Abbiamo poi ripreso la Hringvegur in direzione del lago Mývatn, visitando dapprima la zona geotermica di Námaskarð, per poi dirigerci a nord ad Húsavík, dove effettuare escursioni in barca alla ricerca delle balene. Si torna al lago Mývatn per procedere ad ovest in direzione della cascata di Goðafoss e la città Akureyri, la capitale del nord dell'Islanda. Da qui è interessante una breve deviazione verso Munkaþverá, sede di un antico monastero dove è vissuto l'abate Níkulás Bergsson, famoso per il suo pellegrinaggio del 1152-1153 dall'Islanda a Roma e Gerusalemme: tutt'altro modo di viaggiare ...
Sosta sulla Pista F35
Abbiamo quindi affrontato la 35 , un'altra famosa pista islandese, che taglia l'isola da nord a sud passando tra i due ghiacciai di Langjökull e Hofsjökull. Lungo questa pista si incontra dapprima la zona geotermale di Hveravellir. Segue poi raggiungere la zona del Golden Ring, quella di maggiore attrazione turistica, che comprende la bellissima cascata di Gullfoss, Geysir, con i suoi geyser attivi, e Þingvellir, Patrimonio Mondiale dell'UNESCO, con la faglia che segna la frattura tra la zolla continentale europea e quella americana. Da Þingvellir siamo risaliti a nord con la Strada 550, lungo la valle del Kaldidalur, per raggiungere il campo di lava di Hallmundarhraun e quindi tornare all'asfalto della Hringvegur a nord di Borgames. Il viaggio è proseguito in direzione dei Fiordi del Nord Ovest, visitando lo scoglio di Hvitserkur e quindi la città di Ísafjörður.
Area geotermica di Gunnuhver
A questo punto ci siamo diretti a sud, visitando la cascata di Dynjandi, la scogliera di Látrabjarg, il punto più ad ovest d'Europa con la sua spiaggia sabbiosa e le colonie di uccelli, ed Eiríksstaðir, con la ricostruzione della casa di Erik il Rosso, lo scopritore della Groenlandia nel 985. Continuando verso Reykjavik si attraversa la penisola del Snæfellsnes, dove visitare il ghiacciaio dello Snæfellsjökull. Dopo una sosta a Reykjavik, siamo ripartiti verso la parte sud dell'Islanda, dove si trovano alcune importanti zone geotermali, come Krýsuvík o la piscina all'aperto della Laguna Blu, tra i posti più visitati dell'isola. Proseguendo ad est, si raggiunge la città di Hella da dove partono le piste verso il Landmannalaugar, un'altra tra le principali attrazioni turistiche dell'isola e base di partenza per i percorsi di trekking verso il sud dell'isola.
Scogliera di Reykjanesviti
Si continua in direzione di Vík, visitando le cascate di Seljalandsfoss e Skógafoss, proseguendo poi verso le scogliere di Dyrhólaey e la spiaggia di Reynisfjara. Attraversando le spiagge di Skeiðarársandur nel parco dello Skaftafell, si arriva alla zona dei ghiacciai con gli iceberg che arrivano fino alla costa dell'Islanda, a cominciare dal Kviárjökull, per arrivare ai laghi alimentati dal Vatnajökull, come il Fjallsárlón ed il più famoso Jökulsárlón. Tornati ad Egilsstaðir, ci siamo infine diretti verso i Fiordi del Nord Est dell'Islanda, con la riserva di Ásbyrgi realizzata sulle gole dello Jökulsárgljúfur.
Altre foto sono disponibili nelle pagine seguenti o sulla mia pagina Facebook.