Due itinerari:
che riprendono il percorso dei tratturi abruzzesi:
Itinerario del tratturo
Il trasferimento invernale degli animali verso le pianure dell'Italia meridionale era già praticato in epoca sannitica, ma fu nel periodo dell’Impero Romano che conobbe uno sviluppo notevole per essere poi abbandonato nel medioevo a seguito dell'insicurezza delle vie di comunicazione.
Già Federico II sottopose il settore della pastorizia all'amministrazione della Mena delle Pecore di Puglia, ma con la conquista di Napoli nel 1442 da parte di Alfonso d'Aragona, il Tavoliere delle Puglie divenne territorio feudale. Nel 1447 Francesco Montluber fu nominato doganiere reale ed organizzò vasti estensioni di terre come riserva per ospitare gli animali durante la transumanza.
A Lucera fu istituita la Regia Dogana della mena delle pecore, poi trasferita a Foggia da Ferrante d'Aragona: questa regolava non solo la gestione dei pascoli, ma anche il trasferimento degli animali.
L'apertura della transumanza era fissata il 29 settembre e la chiusura l'8 maggio, in corrispondenza con i pellegrinaggi alla grotta di San Michele Arcangelo (protettore degli animali) a Monte Sant'Angelo. Furono individuate 23 locazioni principali per il pascolo, a loro volta divise in poste. Le zone da pascolo erano vincolate e nel contratto con i proprietari la dogana acquisiva il diritto al pascolo invernale, mentre i proprietari potevano esercitare il pascolo estivo.
Palazzo della Dogana a Foggia
La transumanza era obbligatoria per gli allevamenti con più di venti capi. Il trasferimento iniziava in Abruzzo alla fine di settembre per convergere nella piana del Saccione, tra i fiumi Biferno e Fortore, dove si procedeva alla conta del bestiame ed all'attribuzione dei pascoli. Il costo di un pascolo era di 8 ducati per ogni 100 pecore, ma i pastori erano esentati dal pagamento di tasse di passaggio durante la transumanza: il termine "tratturi", infatti, deriva dal latino "tractoria", che indicava il privilegio di libero passaggio sulle vie pubbliche per i greggi durante la transumanza già nei codici teodosiano e giustinianeo.
I pastori avevano dazi ridotti sul sale e nessun dazio per i viveri che trasportavano per il proprio sostentamento. In caso di problemi con la giustizia, venivano giudicati da magistrati della Dogana di Foggia. I pastori avevano anche l'obbligo di vendere a Foggia i loro prodotti (lana, agnelli, formaggio) e la città divenne un importante centro commerciale: alla Fiera di Foggia, che iniziava l'8 Maggio, partecipavano mercanti provenienti anche del Nord Europa.
L'accesso al Tavoliere delle Puglie avveniva solo attraverso sei passi (Guglionesi e Civitate, Ponterotto, la Motta, Biccari e San Vito, Ascoli e Candela, Melfi e Spinazzola) a guardia dei quali c'erano i "cavallari", che controllavano il possesso del Nulla Osta della Dogana da parte dei pastori che lasciavano il Tavoliere. Per agevolare la transumanza, anche il percorso dei tratturi era di proprietà della dogana. La larghezza dei Tratturi era fissata a 60 passi napoletani (111,6m), per consentire il movimento quasi contemporaneo di migliaia di animali. Ad essi si aggiungevaano i Tratturelli, direttrici secondarie per spostamenti locali o come accesso ai tratturi con larghezze di 20, 15 o 10 passi napoletani (37, 27.75 o 18.5 m), ed i Bracci, direttrici di raccordo tra più tratturi o tratturelli. Per le autorità lungo il loro itinerario, c'era l'obbligo di mantenerne sgombro il percorso della via erbosa.
Vista di un tratturo in Molise
Con la legge del 2 agosto 1806 di "Eversione della feudalità" Giuseppe Bonaparte abolì il regime della dogana,
costituendo l'Amministrazione del tavoliere e dando inizio ad un
progressivo passaggio dalla pastorizia all'agricoltura, che aggredì
anche le aree destinate ai tratturi.
La legge 746 del 20 dicembre 1908 istituì il Commissariato per la Reintegra dei Tratturi,
con lo scopo di mappare come terreno demaniale i quattro tratturi più
importanti, alienando gli altri. Per questo venne realizzata la
Carta dei tratturi, tratturelli, bracci e riposi,
aggiornata nel 1959,
con il percorso di tutti i tratturi esistenti: l'area complessiva di 12000 ettari
risultò utilizzabile per 5300, mentre 6000 erano occupati da strade,
ferrovie e corsi d'acqua ed i restanti 3900 risultarono inutilizzabili.
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I decreti legge del 15 giugno 1976, 20 marzo 1980 e 22 dicembre 1983 inseriscono i tratturi tra i beni sotto "Tutela delle cose d'interesse Artistico o Storico" della legge 1089 del 1 giugno 1939 del Ministero dei beni culturali ed ambientali. In questo ambito la Regione Molise, con la legge n.9 del 1997, istituisce il ''Parco dei Tratturi''.
Percorso del tratturo
Innanzitutto c'è da dire che qualsiasi percorso stradale può essere solo un'approssimazione degli itinerari dei tratturi che, nelle parti rimaste integre, si snodano in zone rurali spesso sottoposte a vincoli ambientali finalizzati alla loro conservazione. Inoltre, la viabilità nella zona appenninica dell'Italia Centrale è principalmente orientata in direzione ovest-est lungo le valli dei fiumi, mentre il tratturo taglia queste valli in direzione nord-sud.
Un itinerario stradale, quindi, può innanzitutto sfruttare quei pochi tratti nei quali nel tempo al tratturo si sono sovrapposte strade di viabilità ordinaria. Inoltre, è possibile definire degli itinerari stradali che intersechino il percorso dei tratturi in più punti e quindi, fatte salve le zone non accessibili ai mezzi a motore, permettano di visitare strade romane, siti archeologici, i borghi, le chiese rurali e tutto quello che è nato intorno alla transumanza, riscoprendo la storia, l'arte e la cultura di queste zone.
Altra difficoltà che si incontra nella definizione di un itinerario lungo i tratturi principali deriva dalla loro estensione, con il Tratturo L'Aquila - Foggia (il più lungo dell'Italia meridionale) di 244 km, seguito dal Pescasseroli - Candela lungo 211km, dal Celano - Foggia con 207 km, il Castel di Sangro - Lucera a 127 km ed il Centurelle - Montesecco con 120 km. Per percorrerli in un unico itinerario veloce, si potrebbero sfruttare delle strade statali, con un percorso che però avrebbe ben poco a che vedere con i tratturi del tipo:
Percorso trekking
A questo proposito va segnalato come alcune amministrazioni abbiano integrato la segnaletica della viabilità ordinaria con cartelli turistici indicanti le direzioni da prendere per intercettare i tratturi, i punti di attraversamento dei tratturi con le strade ordinarie e delle mappe con il posizionamento reciproco dei tratturi e la viabilità locale, oltre a segnaletica lungo il percorso del tratturo destinata a chi pratica trekking.
In questo modo, è possibile visitare su strada le zone attraversate dai tratturi e seguire con lo sguardo il loro percorso per cercare di immaginare il faticoso incedere dei pastori durante la loro transumanza.